Libro La percentuale dell'angelo 2020 Recensione de Il pesciolino d'argento

Pubblicato il 4 aprile 2025 alle ore 09:25

“Tutto questo amore, tutti questi sentimenti non possono essersi persi. Io li sento ancora, sono dentro di me, da qualche parte e mi stanno parlando, anche se somigliano all’eco fragile di un miraggio” le dissi, carezzandole una spalla.
“Forse è il suono di cose passate” rispose lei.
“Cioè di cose future?”
“Cioè di cose alternativamente presenti.”

Impossibile da catalogare

La percentuale dell’angelo, di Orazio Santagati, è un romanzo impossibile da catalogare in un unico genere letterario: la trama oscilla fra l’azione del poliziesco, la licenziosità del pochade, la meraviglia della fantascienza, l’orrore della distopia e la cura del saggio. Senza dimenticare che una grande storia d’amore ci accompagna per tutto il romanzo.

Siamo a Foyles, un’antica biblioteca di Londra dove Gerico Mancini, ex militare italiano, sta cercando un po’ di quiete dopo una vita burrascosa e intensa. Mentre aspetta che le ferite del passato si rimarginino, Gerico approfondisce i suoi studi, dedicati alla filosofia, alla logica e all’astrofisica:

Volevo sapere, ampliare le mie conoscenze e saggiare il potere speculativo della mia mente; cercavo spiegazioni generali per distrarmi da pensieri particolari, astrazioni pure per allontanarmi dalla concretezza.

Improvvisamente, una donna bellissima e dall’aria misteriosa, di nome Isabel, chiede a Gerico informazioni su un libro alquanto particolare:

Vediamo, dovrebbe parlare d’inflazione cosmologica e di antimateria, di possibilità relative e imperitura , che trascendono la morte sensibile dell’uomo. Ma anche di quantità di energia contenuta nell’Universo e di emozioni che viaggiano nel tempo. Sì, di emozioni dimenticate o libere di esprimersi nel futuro.

Un libro dal futuro

Questo oscuro volume è intitolato, pensate un po’, “La percentuale dell’angelo”… e Gerico in un primo momento sembra ricordarsi di questo titolo, anche perché tratta proprio dei temi scientifici e filosofici che ha cari. Ma poi, quando lo cerca, si rende conto che nessun altro, oltre a lui e a Isabel, l’ha mai sentito nominare. C’è un motivo cristallino per tutto questo: nel momento in cui Gerico incontra Isabel, il libro non è ancora stato scritto. Sì, ho usato con troppa disinvoltura l’aggettivo “cristallino”…

Isabel non è una donna comune. Ha acquisito la capacità di entrare in contatto con il futuro dopo essere stata sottoposta a terapie sperimentali contro l’epilessia: proprio nel futuro scopre “La percentuale dell’angelo”, un libro che le apre la mente, facendola sentire compresa e non più sola. Una volta tornata nel suo tempo, si mette alla ricerca dell’autore, per poterlo amare non solo come scrittore, ma anche come uomo. Indovinate… l’autore è proprio Gerico! E con queste parole Isabel gli spiega la verità:

Il tuo saggio era già stampato e in vendita su uno scaffale di una libreria. Io l’ho letto e me ne sono innamorata. E tu mi sei entrato dentro, perché in quel libro ho trovato parole finalmente sincere e profonde, sentimenti importanti e vicini alla mia esperienza. Avevo voglia di conoscerti […].

Ecco dunque un bel classico, la storia d’amore favorita dal libro galeotto: sì, non temete, Gerico ricambia i sentimenti di Isabel. “La percentuale dell’angelo”, però, si rivela ben più che un semplice artificio per fare incontrare due anime gemelle. È un testo molto pericoloso, al punto che sicari professionisti e militari cominciano a dare la caccia a Gerico per impedirgli di scriverlo.

A un certo punto, scopriamo che la tesi sostenuta ne “La percentuale dell’angelo” permette agli scienziati del futuro di condurre studi neurologici rivoluzionari: riescono infatti a trattare schizofrenia e depressione, annullando la paura e il dolore. Il successo è però apparente, perché i pazienti sottoposti agli esperimenti sviluppano gravi effetti collaterali, diventando aggressivi, spietati e molto intelligenti. L’esistenza della civiltà del futuro è appesa a un filo.

Per tutto questo, Gerico si trova infine a un bivio: portare a termine l’opera della sua vita, che gli garantirà sicuro successo e l’amore di Isabel, o distruggerla per tentare di salvare l’umanità da una terribile sorte?

Ad esempio, ho detto che Isabel ha acquisito la straordinaria capacità di interagire con una linea temporale del futuro. Ciò di per sé è più che sufficiente per sostenere una trama fantascientifica, ma l’autore ha deciso di aggiungere un altro elemento fantastico, chiamato “progetto Jenser”.
Messo a punto dall’azienda di Isabel, il progetto Jenser è in sostanza una macchina con cui gli scienziati hanno reso possibile il trasferimento di oggetti nel tempo. Capiamo a questo punto che ne La percentuale dell’angelo il topos letterario del viaggio nel tempo è espresso sia dai poteri di Isabel, sia da un prodigio tecnologico e, spesso, le due soluzioni si intrecciano in modo macchinoso.

Un altro elemento narrativo superfluo è la contaminazione della copia trasportata dal futuro de “La percentuale dell’angelo”, contaminazione causata da un batterio mutato durante il viaggio nel tempo. L’idea non è male, anzi è intrigante pensare in chiave fantascientifica il medievale “libro avvelenato” de Il nome della rosa, tuttavia Gerico, come abbiamo visto, è già chiamato a scongiurare un pericolo, cioè il futuro scenario apocalittico. E questo filone della trama, che dovrebbe essere il principale, è in effetti il più coerente con l’argomento cardine di questo romanzo, ossia l’emozione: quanto accade nel futuro ci insegna che il dolore e la paura, seppur spiacevoli, sono essenziali per renderci delle persone empatiche e dunque migliori.
L’introduzione della minaccia accessoria di una pandemia, in definitiva, non fa altro che distogliere l’attenzione del lettore dal tema centrale del romanzo, diminuendo il senso di inquietudine, invece di accrescerlo: la drammaticità inevitabilmente scema, sfociando nella confusione.

Trama troppo complessa

Santagati, devo rilevare, ha stipato in neanche trecento pagine una storia troppo complessa, che avrebbe richiesto un numero almeno doppio di parole. La maggior parte delle rivelazioni sul futuro apocalittico e sulle conseguenze del progetto Jenser sono esposte nelle ultime sessanta pagine del libro, con l’effetto di imprimere un brusca accelerazione al ritmo narrativo.

È vero, prima ho fatto cenno a capitoli de La percentuale dell’angelo tipici di un emozionante romanzo d’azione e hard boiled, ma questi capitoli contengono scene autoconclusive, pressoché autonome rispetto alla trama principale. A La percentuale dell’angelo manca infatti il cosiddetto “viaggio dell’eroe”: Gerico, benché in alcuni episodi porti a termine imprese degne di James Bond, perfino trovandosi a un certo punto incarcerato in Tailandia, non persegue un obiettivo definito per gran parte della storia.
Quando Isabel gli parla del libro che scriverà e pubblicherà, il nostro protagonista non indaga realmente la questione, si limita ad essere sospettoso o a riderci su:

“Non preoccuparti. Non c’è niente di male nell’essere tristi ogni tanto. Da parte dell’essere, dell’esistenza.”
“Sì, lo spieghi anche nel tuo libro.”
“Come lo odio ’sto libro che mi ruba tutte le idee!” – sorrisi […]

Quando poi qualcuno attenta alla sua vita, Gerico decide di sparire per un po’ di tempo, non impegnandosi affatto per capire chi è stato a sparargli:

Bevvi il mio caffè e cominciai a organizzarmi per uscire. Forse Maurizio aveva ragione: era il caso che me ne andassi via per un po’ di tempo. Non me la sentivo di rimanere in quella casa, né di scrivere né di studiare.

Infine, trovando il cadavere impiccato di una sua vecchia conoscenza, sospetta sì che non si tratti di un autentico suicidio, ma dopo poco, e con una certa facilità, si arrende:

Tornai sul luogo del delitto alla ricerca di indizi che potessero darmi una qualche idea. Naturalmente, sembrando un tipico suicidio molte cose potevano essere sfuggite agli esperti della scientifica. Dopo più di un’ora a girare in quei luoghi rientrai a casa senza nulla in mano.

Insomma, Gerico tenta con scarso dispendio di energia di risolvere i suoi guai, concentrandosi perlopiù sull’appuntare riflessioni per il libro che sta scrivendo. Giungono le drammatiche rivelazioni del gran finale, però il nostro protagonista non le ha mai davvero cercate: mentre Gerico si diverte spensierato a una festa, appare un personaggio che gli racconta tutto ciò che merita di essere raccontato, sciogliendo i nodi. Questo è in effetti un espediente narrativo artificioso, un deus ex machina introdotto al solo scopo di sbrogliare il garbuglio della trama e domare la curiosità (o la perplessità) del lettore.

Pregi innegabili

La struttura del romanzo è quindi un bel problema, tuttavia La percentuale dell’angelo vanta molti pregi, innegabili.
Ad esempio, lo stile è elegante, fluido, e certamente apprezzabili sono le numerose riflessioni di impronta filosofica che Gerico, nell’atto di scrivere il suo libro, condivide con noi lettori:

Del resto, la felicità non è altro che una linea ideale con la quale colleghiamo illusioni e momenti belli. Forse, è una necessità prospettica che ci aiuta a tollerare la vita e a darle un sapore.

Lodevole, poi, è la cura che Santagati dedica all’aspetto più scientifico dell’opera. Varie trovate fantasiose del romanzo sono giustificate da spiegazioni dettagliate, segno evidente che l’autore padroneggia adeguatamente i concetti scientifici fondamentali. Leggendo passi come questo, non è sbagliato riportare alla memoria i romanzi fantascientifici di Michael Crichton:

Metilazione del DNA… – la interruppi – Una modificazione genetica: aggiungere un gruppo metilico al DNA per proteggerlo e preservarne gli schemi proteici nonostante i danni del tempo e le lesioni biologiche.

In conclusione, La percentuale dell’angelo è un romanzo dal grande potenziale.

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